Hoc librum est…: sui libri, segni di possesso

Per lasciare un segno del proprio passaggio su questa terra, oppure, più prosaicamente, per riaffermare il possesso dell’oggetto… È sull’impulso di questi desideri che spesso ci si esercita nel tracciare qualche segno di possesso sui libri, tant’è che è molto frequente imbattersi in note manoscritte, timbri, cartigli …, soprattutto sui libri antichi.

Sono principalmente le biblioteche che riscontrano la presenza di queste note sui libri, e dato il loro elevato numero, alcune di esse hanno creato, e costantemente incrementano, delle basi dati dei loro possessori, cioè di coloro i quali hanno lasciato un proprio segno di possesso sui libri.

Il bibliotecario che si trova a doverli segnalare non può fare a meno di chiedersi quando siano stati apposti; se si tratta di un libro di proprietà privata, che soltanto in un secondo momento è entrato a far parte del patrimonio della biblioteca – attraverso canali i più diversi, per acquisto sul mercato dell’antiquariato librario, o per dono -, ebbene in tal caso il bibliotecario si industria di far ricerche per acquisire quanti più dati possibili sull’estensore della nota per creare un accesso alla notizia bibliografica anche attraverso il cognome e il nome del possessore, che finiscono per diventare essi stessi delle chiavi di ricerca del libro.

D’altra parte, il bibliotecario della Sala di Lettura sta bene attento a che nessun utente si lasci andare a “imbrattare” il libro che ha avuto in consultazione e che dunque potrà essere richiesto anche da altri. Questo per il presente. Ma quelle note che risalgono a molto tempo indietro, ci si dispone a considerarle alla stessa stregua degli altri elementi dell’esemplare posseduto e concorrono a meglio definirne la storia.

Esistono in ogni caso diversi progetti di censimento dei segni di possesso che fanno capo direttamente alle Biblioteche; solo per restare in Italia, citiamo qui l’Archivio Possessori della Biblioteca Nazionale di Napoli (http://www.bnnonline.it/index.php?pageId=324&draft=0&sespre=MW_), quello della Biblioteca Statale di Montevergine (http://www.bibliotecastataledimontevergine.beniculturali.it/index.php?it/321/possessori), quello della Biblioteca Marciana di Venezia (https://marciana.venezia.sbn.it/la-biblioteca/cataloghi/archivio-possessori), quello della Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio di Bologna (http://badigit.comune.bologna.it/possessori/).

E sul sito del CERL, il Consorzio delle Biblioteche europee di ricerca, si può consultare una sezione sulle risorse delle provenienze disponibili on line, divise per paesi (https://www.cerl.org/resources/provenance/geographical).

I segni di possesso possono essere di diversi tipi; qui citiamo i più diffusi, facendo riferimento allo schema che in SBN è utilizzato dai bibliotecari che lavorano con quest’applicativo:

ex libris;

timbri storici della biblioteca proprietaria;

timbri conventuali e di ordini religiosi;

note, dediche, postille e note di possesso manoscritte.

Dei possessori, ce n’è di notissimi: Pietro Aretino, https://marciana.venezia.sbn.it/immagini-possessori/1857-aretino-pietro, Pietro Bembo, https://marciana.venezia.sbn.it/immagini-possessori/122-bembo-pietro,  Gabriele D’Annunzio, https://marciana.venezia.sbn.it/immagini-possessori/913-dannunzio-gabriele, Tiziano Terzani, https://marciana.venezia.sbn.it/immagini-possessori/1084-terzani-tiziano, tutti nell’archivio della Biblioteca Marciana di Venezia. Tuttavia, spesso, pur con tutti i più ampi strumenti a disposizione delle biblioteche, non è possibile se non una identificazione parziale o proprio nessuna e, per rimanere alla Biblioteca Nazionale di Venezia, qui trovano ospitalità anche i segni di possesso non identificati, che sono elencati in una sezione a loro dedicata, all’interno della quale si può scorrere l’elenco, anche solo per ammirarne di veramente belli.

Alcune biblioteche possono poi creare un archivio dei loro possessori quasi esclusivamente dedicato a persone che hanno avuto rapporti con l’istituzione; è ad esempio il caso della Biblioteca di Montevergine, nel cui archivio prevale la presenza di abati e monaci della congregazione, dei quali è stato abbastanza agevole ritrovare notizie (consultando il piccolo ma prezioso archivio annesso alla Biblioteca) e in molti casi si è potuta redigere una scheda del possessore molto articolata e ricca, alla quale non manca neanche una fotografia.

Lo stesso vale per lo scrittore, giornalista e bibliofilo Gino Doria (http://www.bnnonline.it/index.php?it/324/possessori/possessori_508e7ec2a179d/43), la cui ricca raccolta libraria è conservata presso la Biblioteca Nazionale di Napoli.

In conclusione, con il crescere dell’attenzione che viene riservata dalle biblioteche ai segni di possesso, che incontra vie più l’interesse dei lettori, un archivio dei possessori e dei segni di possesso diviene esso stesso un catalogo che è necessario consultare per una ricerca quanto più esaustiva e completa.

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